Imago Civium – L’Uguaglianza nello Sguardo

In un’epoca in cui l’immagine è spesso costruita per impressionare, Imago Civium sceglie la sottrazione. Questo progetto nasce dal desiderio di riportare il ritratto alla sua essenza: un volto, una luce, uno sfondo neutro. Tutto il resto è silenzio.

Ogni persona ritratta – dal manager al migrante, dall’artista al disoccupato – è fotografata con la stessa luce, lo stesso fondale bianco, la stessa distanza. Questa uniformità tecnica non è casuale, ma intenzionale: serve a eliminare il rumore visivo, i segni esteriori di status, appartenenza o ruolo sociale. Resta solo la persona, con la propria presenza, la propria espressione, la propria umanità.

Il fondale bianco decontestualizza, ma non svuota. Al contrario, restituisce potenza allo sguardo, alla postura, a ciò che ciascun individuo comunica senza parlare. L'obiettivo è spostare l’attenzione da chi è una persona nel senso sociale del termine – titolo, provenienza, mestiere – a chi è nel senso profondo e universale.

In questo modo, Imago Civium diventa un esercizio di democrazia visiva. Tutti sullo stesso piano, nella stessa luce. Nessuno ha più spazio, nessuno ne ha meno. Ogni ritratto è un piccolo atto di riconoscimento, una dichiarazione silenziosa ma potente: ognuno conta.

Il progetto vuole essere uno specchio collettivo, in cui ciascuno possa rivedersi o scoprire l’altro, senza mediazioni. Perché sotto la superficie, dietro i ruoli e le etichette, siamo tutti parte dello stesso tessuto umano.

marco rilli