Nicola CBBA BASKET COLOGNO- Intervista

Presidente dell’Associazione Sportiva Settembrini Basket Cologno

Intervistatore: Ci racconta come è nata l’Associazione Sportiva Settembrini Basket Cologno?

Nicola Vitale: Io sono Nicola Vitale, Presidente dell’Associazione. La società è nata nel 1999 da un’esperienza molto personale. Io e altri due amici, che frequentavamo il Liceo Vico di Cologno Monzese, abbiamo deciso, una volta finita la scuola, di fondare una nostra associazione sportiva. Prima giocavamo a Brugherio, poi a Vimodrone, ma non avevamo una società tutta nostra. Così è nato il nostro progetto.

Intervistatore: Com’è cresciuta l’associazione nel tempo?

Nicola Vitale: Per tanti anni è stato soprattutto un gruppo di amici che partecipava ai campionati. Dal 2014 abbiamo iniziato a lavorare con i giovani, partendo da un primo gruppo del settore giovanile nato nel 1993. Oggi, anche se non sono così anziano – ho 48 anni – vedo con grande piacere che alcuni di quei ragazzi, come Francesco Girgenti, sono oggi figure importanti in società. Francesco, ad esempio, è il nostro responsabile del settore minibasket. Altri, nati nel 2002 o nel 2004, sono diventati assistenti allenatori. Questo per me è motivo di grande orgoglio: significa che stiamo costruendo una vera comunità.

Intervistatore: Com’è fare sport a Cologno?

Nicola Vitale: Non è facile. Fare sport, ma anche associazionismo in generale, è complicato qui. È difficile trovare spazio e visibilità. Però, quando si riesce a creare qualcosa, si scopre un vero tesoro umano. Alleno anche la squadra Under-14: su 18 ragazzi, 9 sono figli di immigrati, ormai di seconda o terza generazione. È bellissimo vedere quanto siano uniti, come le differenze culturali vengano vissute con naturalezza e ironia bonaria. Non c’è alcuna barriera tra loro.

Intervistatore: In un periodo in cui si cerca spesso di dividere, questa è una risposta molto forte…

Nicola Vitale: Assolutamente. Oggi si tenta di dividerci in ogni modo, ma questi ragazzi, ucraini, cinesi, siriani, convivono serenamente. Sono semplicemente un gruppo di ragazzi che vogliono stare insieme, giocare, condividere.

Intervistatore: Cosa significa per lei coinvolgere i giovani nella vita dell’associazione?

Nicola Vitale: Per noi è fondamentale. A volte forse esagero, ma propongo tante iniziative: l'importante è fare qualcosa per i ragazzi. La nostra stagione inizia a luglio e finisce a luglio dell’anno dopo. I campionati finiscono tra aprile e maggio, ma noi andiamo avanti con tornei, come quello all’aperto 3 contro 3, oppure, a Pasqua, portiamo i ragazzi a Pesaro per un torneo nazionale. Il nostro obiettivo è tenerli uniti, creare aggregazione. Oggi questa è forse la sfida più difficile.

Intervistatore: Quanto pensa sia importante questo impegno per tenerli lontani dalla strada?

Nicola Vitale: È una domanda che mi pongo ogni giorno, soprattutto da quando sono diventato padre, da poco. Credo che il nostro ruolo come educatori sia più importante di quanto si pensi. I ragazzi si aprono con noi, ci raccontano cose che magari non riescono a dire nemmeno ai loro genitori. Non solo problemi sportivi, ma anche affettivi, scolastici. Cerchiamo di essere presenti anche in quei momenti di difficoltà.

Intervistatore: Lo sport come strumento educativo, quindi?

Nicola Vitale: Esatto. Lo sport è essenziale, non perché sia “migliore” di altri ambiti, ma perché insegna tanto. Insegna a relazionarsi, a gestire le frustrazioni, a impegnarsi anche senza un ritorno immediato. L’impegno in sé è già valore. Magari oggi non vedi il risultato, ma un giorno arriverà. Ecco perché ogni volta che un ragazzo smette di giocare ci resto male. Cerco di conoscere tutti, anche se oggi siamo oltre duecento. Non ho il dono dell’ubiquità e mi dispiace non poter essere sempre in palestra come vorrei.

Intervistatore: Grazie per il suo tempo, e per tutto quello che fate per i ragazzi

marco rilli