Valeria e Gianfranco , Il collare d'oro
Valeria
Buongiorno a tutti,
mi chiamo Valeria Traversi e sono la coordinatrice dell’associazione Il Collare d’Oro. Questa realtà è nata sei anni fa – ad agosto festeggeremo il nostro sesto compleanno – da un’idea condivisa con Gianfranco, cofondatore dell’associazione.
L’associazione nasce dalla nostra doppia passione: da un lato l’amore per i cani, dall’altro l’attenzione per il sociale. Ci siamo avvicinati al mondo dei cani d’assistenza osservando cosa accadeva all’estero, dove questa realtà è molto più sviluppata e diffusa. In Italia, invece, ci siamo accorti che esistevano pochissime esperienze in questo ambito, e spesso poco conosciute.
Così abbiamo deciso di portare anche qui questa cultura e di specializzarci sempre di più. Io mi occupo principalmente dell’organizzazione e del coordinamento: faccio un po’ da factotum, tengo le fila di tutto, ascolto i feedback delle famiglie, raccolgo fondi... insomma, seguo ogni aspetto operativo dell’associazione. Gianfranco invece è più concentrato sulla formazione dei cani, ma in realtà lavoriamo fianco a fianco anche nella raccolta fondi e nella gestione generale.
La raccolta fondi è una parte fondamentale del nostro lavoro: apriamo campagne di crowdfunding – usiamo principalmente la piattaforma GoFundMe – e coinvolgiamo sponsor, che possono essere aziende del settore pet, ma non solo. A volte ci sostengono anche realtà aziendali che non hanno nulla a che vedere con gli animali: capita che un dipendente conosca la nostra attività e, grazie al programma charity interno alla sua azienda, ci proponga come beneficiari. È così che teniamo viva l’associazione, perché – anche se è una realtà no profit – i costi da sostenere sono davvero tanti.
Se un privato vuole aiutarci, può farlo in tanti modi. Può diventare volontario e darci una mano durante eventi, fiere, banchetti; oppure può fare una donazione o diventare socio, partecipando così attivamente alla vita dell’associazione. Ogni contributo è prezioso.
Quello che, secondo me, ci distingue da tante altre realtà è l’approccio: noi mettiamo al centro la persona. È vero, lavoriamo con i cani, ma il nostro punto di partenza è sempre l’essere umano. Ci interessa prima di tutto ascoltare e rispondere ai bisogni delle persone, non solo del ragazzo o della ragazza con disabilità, ma dell’intera famiglia. Per questo puntiamo molto sull’aggregazione, sullo stare bene insieme, sul creare momenti leggeri e felici, anche attraverso la condivisione dell’amore per i cani. Crediamo in un’associazione che faccia sentire le persone parte di una comunità, che non sia legata solo alla disabilità, ma all’incontro e alla partecipazione.
Dal punto di vista umano, tutto questo mi ha dato tantissimo. Nella vita, io nasco come insegnante, poi ho intrapreso altri percorsi – oggi lavoro come consulente finanziario – ma l’amore per il sociale non mi ha mai abbandonata. È ciò che mi dà la spinta ogni mattina a fare sempre meglio. Quando sento una famiglia che è felice, che ha ricevuto qualcosa di buono grazie a noi, o anche solo quando ricevo un ringraziamento da un ragazzo, so che tutto l’impegno ha senso. Ci sono giornate buone e giornate difficili, ma sono quei momenti di gratitudine che ti danno la forza per andare avanti.
Grazie.
Gianfranco
Mi chiamo Gianfranco Cancelli e sono il Presidente dell'Associazione Collare d'Oro. All'interno dell'associazione mi occupo principalmente della parte operativa: ricerca, selezione, addestramento e consegna dei cani di assistenza. Il mio è un ruolo prettamente tecnico.
Quando un utente ci contatta, iniziamo con un colloquio per comprendere i suoi desideri e le aspettative legate al cane d’assistenza. Da lì, costruiamo insieme un progetto personalizzato. In collaborazione con tutto lo staff, che include anche terapisti, analizziamo nel dettaglio la tipologia di cane più adatta alla persona.
Mi occupo personalmente della ricerca e selezione dei cuccioli, confrontandomi con allevamenti in tutta Italia. Una volta individuato il cucciolo giusto, questo viene affidato a un volontario, un puppy trainer, che seguirà i primi 12 mesi di vita del cane. È una fase delicata, quella dell’educazione di base: bisogni in casa, piccole "malefatte", prime regole.
Successivamente, il cane entra ufficialmente nel percorso dell'associazione. Insieme ad altri colleghi, mi occupo della fase più avanzata dell’addestramento, quella specifica legata alla disabilità o alle esigenze particolari della persona a cui il cane sarà destinato.
Nel tempo, il cane viene affiancato all’utente, gradualmente. Non li lasciamo mai soli: il progetto continua anche dopo la consegna, fino al pensionamento del cane, che avviene mediamente attorno ai 14 anni di età. Questo spiega anche i costi elevati: non è solo il valore del cane, ma quello dell’addestramento, del supporto continuo alla persona, alla famiglia, e nella gestione di eventuali criticità legate alla salute o al comportamento del cane.
Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita della persona. Non possiamo consegnare un cane e poi abbandonare il progetto, perché questo metterebbe a rischio tutto il lavoro fatto, e potrebbe addirittura peggiorare la situazione della persona. L’assistenza deve essere costante, continua. Questo è il cuore della nostra missione.
Con Collare d'Oro operiamo in tutta Italia, isole comprese: abbiamo cani in Sardegna, Puglia, stiamo attivando progetti in Calabria e in molte altre regioni. Lavoriamo come piccole cellule locali, e organizziamo anche corsi di formazione per volontari, sia per l’addestramento iniziale che per quello specifico.
Ma la scelta del cane avviene da parte dell’utente?
No, è una scelta che facciamo noi. Naturalmente ci sono casi in cui l’utente ha già un cane in casa – ad esempio, Noa aveva già il suo cane – e chiede di entrare a far parte della nostra comunità. In questi casi valutiamo attentamente se il cane può essere inserito nel progetto. Ma preferiamo partire da zero, con cani selezionati da noi: sappiamo cosa abbiamo in mano, da dove arrivano, e dove possiamo arrivare. Un cane già presente in famiglia rappresenta sempre un’incognita: magari inizia bene, ma poi può emergere qualche limite. E non possiamo offrire garanzie su un cane che non abbiamo formato noi.
Ci sono cuccioli più predisposti di altri?
Assolutamente sì. Lavoriamo con allevatori selezionati, con anni di esperienza alle spalle. La genetica conta: un buon riproduttore, che ha già avuto cuccioli equilibrati, darà cuccioli predisposti.
Anche la madre è fondamentale: se è una brava fattrice, curerà bene gravidanza e svezzamento, e questo si rifletterà sulla salute e sulla stabilità dei piccoli.
Ma non tutti i cani vanno bene per tutti i progetti. Ogni cucciolo ha una predisposizione diversa. Ad esempio, un cane più tranquillo e indipendente può essere adatto a un certo tipo di disabilità, mentre uno più reattivo e curioso potrebbe essere perfetto per l’allerta medica, dove servono cani capaci di reagire immediatamente a stimoli anomali. Per disabilità motorie, invece, servono cani con un forte problem solving, capaci di aprire porte, cassetti, prendere oggetti e portarli al proprietario. Insomma, ogni cane ha il suo progetto ideale.
E l’addestramento è personalizzato in base alla persona?
Sì, assolutamente. I primi sei-sette mesi sono abbastanza standard: socializzazione, regole di base, prime esperienze. Poi, man mano che il cane cresce e si sviluppa anche a livello cognitivo, si iniziano a introdurre esercizi più specifici: discriminazione degli odori (per esempio, per l’epilessia o il diabete), pressione di pulsanti d’allarme, riconoscimento di situazioni critiche.
Tutto viene fatto in modo graduale, sempre con rinforzo positivo, attraverso il gioco e il divertimento. Quando il cane è pronto, entra in quella che chiamiamo “l’università”: si affinano le competenze, con esercizi più articolati e complessi, ma sempre nel rispetto dell’animale. Per noi è fondamentale non forzare mai un cane. L’addestramento deve essere un’esperienza positiva. Lo dobbiamo all’animale, per etica, per deontologia, per rispetto.